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Pendente in Argento 925 brunito. In bassorilievo la frase declamata da Orazio Coclite.
DESCRIZIONE
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LA LEGGENDA DI ORAZIO COCLITE - 508 A.C.
Roma stava per essere invasa dall’esercito del re Porsenna. Gli Etruschi dovevano passare il Tevere, per farlo occorreva passare l’unico ponte esistente nei pressi della città, costruito dai Romani, il ponte Sublicio. Quando gli uomini di Porsenna stavano per attraversarlo, un uomo si parò innanzi a loro, Orazio Coclite, egli avanzò impavido, solo, sul ponte e, con incredibile sprezzo del pericolo, tenne testa a tutti gli Etruschi, impedendo loro il passaggio, per dare modo ai Romani dietro di lui, di abbattere il ponte a colpi di scure. Infine si udì un frastuono di assi e di travi spezzate e, il ponte crollò, trascinando con sé Orazio ed alcuni soldati Etruschi.
Lo scrittore Inglese Thomas Babington Macaulay nel suo "Canti di Roma Antica" fa parlare Orazio Coclite mentre scende in battaglia, con queste parole:
allora così parlò l'invitto Capitano Orazio, della porta custode:
“a morte ogni uomo su questa terra è sacro;
e presto o tardi ella giunge: e allora come un uomo può meglio morire,
che affrontando impavido rischi fatali
per le ceneri dei padri, e per i templi degli dei immortali”
Su questo pendente la frase recita: ...e per un uomo quale fine migliore che affrontare rischi fatali, per le ceneri dei suoi padri e per i suoi dei immortali...
Il dettaglio costruttivo interessante di questo pendente è che il cappello dove passa il cordino è impernato al corpo scritto del pendente così da renderlo girevole.
Ø 10mm
Disponibile in 2/4 settimane
Siamo artigiani, e abbiamo molti clienti a cui soddisfare i desideri. Ci occorre tempo per fare ogni gioiello. Acquistalo oggi ma sappi ci vorranno da 2 a 4 settimane per realizzarlo. Ma potresti essere fortunata/o e potremmo avere un grezzo pronto per essere finito per te, in tal caso lo spediremmo entro 3 giorni. Contattaci per conoscere i tempi di lavorazione e consegna.
Roma stava per essere invasa dall’esercito del re Porsenna. Gli Etruschi dovevano passare il Tevere, per farlo occorreva passare l’unico ponte esistente nei pressi della città, costruito dai Romani, il ponte Sublicio. Quando gli uomini di Porsenna stavano per attraversarlo, un uomo si parò innanzi a loro, Orazio Coclite, egli avanzò impavido, solo, sul ponte e, con incredibile sprezzo del pericolo, tenne testa a tutti gli Etruschi, impedendo loro il passaggio, per dare modo ai Romani dietro di lui, di abbattere il ponte a colpi di scure. Infine si udì un frastuono di assi e di travi spezzate e, il ponte crollò, trascinando con sé Orazio ed alcuni soldati Etruschi.
Lo scrittore Inglese Thomas Babington Macaulay nel suo "Canti di Roma Antica" fa parlare Orazio Coclite mentre scende in battaglia, con queste parole:
allora così parlò l'invitto Capitano Orazio, della porta custode:
“a morte ogni uomo su questa terra è sacro;
e presto o tardi ella giunge: e allora come un uomo può meglio morire,
che affrontando impavido rischi fatali
per le ceneri dei padri, e per i templi degli dei immortali”
Su questo pendente la frase recita: ...e per un uomo quale fine migliore che affrontare rischi fatali, per le ceneri dei suoi padri e per i suoi dei immortali...
Il dettaglio costruttivo interessante di questo pendente è che il cappello dove passa il cordino è impernato al corpo scritto del pendente così da renderlo girevole.
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